Con questo, cominceremo una serie di articoli che non riguardano apparecchi Grundig. Ciò nonostante, oltre che vintage e della stessa epoca, sono certamente meritevoli di cure e di essere ripristinati al nuovo, proprio come i nostri amati Grundig. Questo in particolare mi aveva poi incuriosito per come ne ha parlato bene il nostro amico Giuseppe Mazzilli (una delle persone, a mio avviso, più autorevoli in campo Grundig…vuoi anche per la sua “militanza” per anni nei centri assistenza di questo prestigioso marchio).
Come per gli altri articoli, partiamo dall’arrivo.
Ebbene si, braccio spezzato…partiamo maluccio, ma non demordiamo.
Dai tasti capiamo che la piastra è servo assistita.
I tasti di selezione hanno poi una logica invertita rispetto a come siamo abituati: la posizione ON è quando sono all’ esterno, piuttosto che da premuti.
Togliamo il piatto DUAL, con la stessa tecnica usata nei compatti Grundig.
Notiamo subito uno stadio finale e parte del decoder.
Alcune viti sono “nascoste” da alcuni tappini che dovremo rimuovere.
All’accensione la radio è debole e va in notevole deriva di frequenza. Le lampade sono parzialmente illuminate, tuttavia quelle spente sono sane.
Già da queste sequenze notiamo la pulizia che è stata fatta.
I tappini e manopole.
Puliamo anche la parte sliders, fuori e dentro.
ed anche i commutatori.
Così già va meglio.
Togliamo il quadrante e solleviamo la scheda sotto. Quadrante pulito con acqua e sapone, al solito.
Ovviamente anche la parte sotto (anche se non si vede)
Una panoramica sulle viti da rimuovere e dovremo ricordarci dove rimetterle.
Avete letto bene la marca dei motori della piastra.
Leviamo i Vu Meter.
Nella scheda sottostante, dell’ alimentazione, troviamo un fusibile saltato.
Cambiato. Ora le due lampade prima spente funzionano e la radio ha ripreso regolarmente la sua funzione. Si percepisce già un bel suono.
Anche l’estetica non è male.
Passiamo alla piastra. Anche questa macchina è stata concepita per agevolare i riparatori.
Questo che vediamo è il motore del capstain. Avveniristico, un capstain/volano a trazione diretta !!!
Da quest altra angolazione vediamo il volano ed il motore del FF/REW. Nessuna cinghia di trazione!!
Guardiamo il tappeto di integrati per questa piastra. Nessun commutatore!!
La rotella di riavvolgimento non funziona bene, è indurita. Ovviamente non va neanche il REW/FF.
La smontiamo per pulirla bene. Ricordiamoci poi della posizione della molletta indicata dalla freccia.
Malgrado la pulizia, la gomma è troppo dura e slitta.
Già che ci siamo cambia la cinghia del counter. Ma per la rotella come fare? E’ certamente introvabile. Occorre la solita “Mandrakata”.
Scovo tra le mie scorte due rotelle di gomma molto più basse.
che però assommate…
Et voilà.
Fissiamole bene con colla specifica per gomma.
Nel rimontare, ricordiamoci di riposizionare bene il sensore ad effetto di hall che “sfiora” il counter, dove c’è un apposito magnete che, con la rotazione nord/sud, fa aprire e chiudere questo “reed”.
Questo l avevamo dovuto piegare per far entrare bene la cinghietta del counter.
La piastra va a meraviglia.
Cominciamo il rimontaggio delle scocche.
Va tutto bene. Ora tocca al piatto.
Quello che segue è il ripristino del piatto. Braccio spezzato, fortunatamente in una zona “alta” ed altri problemi. Parte della molla peso uscita dalle guide coniche ecc. Non tutti hanno la possibilità di usufruire di piatti interi di ricambio. Quella che segue è quindi una guida “estrema” nel rimettere a posto questa situazione, del tutto “opzionale”. Ciò non toglie che il braccio possa essere sostituito se non addirittura tutto il piatto (e vedremo anche questo).
Per poter lavorare bene, occorre sfilare i cavi della testina. Li dissalderemo sotto.
Ci ricorderemo il percorso originale dei 5 fili.
Fotografiamo la posizione dei fili.
Anche la plastica che guida l alzata del braccio del LIFT è distrutta.
Passiamo al braccio . Occorre “raddrizzare” la parte malamente spezzata, sia di un lato che dell altro. Fortunatamente il tutto è avvenuto all altezza dell asola dove escono i fili.
Ci aiutiamo così per riguadagnare la giusta rotondità del braccio.
Troviamo poi un perno che ci permetta di unire le due parti ed allo stesso tempo abbia un asola che permetta l uscita dei fili della testina.
Lo ripresentiamo. Va detto che il perno di plastica (un semplice STOP) è stato cosparso di colla prima di essere infilato, per permettere una perfetta rigidità del braccio nel punto di attaccatura.
Rimettiamo le due viti sotto che lo bloccano. Meglio come le originali (le sue non c’erano) , ovvero con la testa esagonale, in modo da stringerle facilmente con una chiavetta.
Ora rimettiamo la molla laterale. Ciò accade spesso, anche in altri casi non estremi come questo. Le vibrazioni fanno spesso uscire questi perni. Il peggio è se la molla si “scarica” e va fuori sede…proprio come qui…
Questa la posizione corretta da questo lato. Per vedere meglio la molla occorre sfilare il tutto.
Questa l asola dove la molla andrà fermata.
Da notare la linguetta a destra che andrà nell’ asola di plastica nera vista prima.
Allentiamo la vite dal dato destro (occhio che il principio avvita svita è l opposto rispetto le viti classiche . Antiorario avvitiamo, orario svitiamo. Partiamo quindi col posizionamento lato sinistro.
Qui vediamo meglio la vite lato destro precedentemente allentata. A tale proposito va tolta la parte esterna grande di acciaio (svitandola normalmente antiorario e completamente rimossa), lasciando libera la sola vite nera.
Mettiamo in posizione perfettamente centrata ed avvitiamo (a mano almeno fino al bloccaggio) la vite nera.
Dopo tutte queste peripezie, un bel test. Il braccio è davvero stabile e ben bilanciato. La testina è una Audio Technica. Il suono molto aperto e pulito.
Nella prossima sequenza, la variante alla riparazione del piatto.Lo sostituiamo completamente con un Dual dello stesso tipo, ma che nasce come stand.alone, ovvero con trasformatore incorporato. Nelle foto le parti da togliere dall’ uno e quelle da spostare sull’altro.
Le frecce indicano le parti da togliere. I cerchi quelle da spostare.
Alla prossima
marco
Ringrazio Marco Cristadoro per le belle parole spese nei miei confronti in questo intervento riguardo al Saba UHC 9940 e per la cortese amicizia che mi rivolge, così, ad occhi chiusi, nonostante noi non ci fossimo mai incontrati e conosciuti di persona. Ma parlando in chat, siamo entrati in sintonia molto probabilmente perchè condividiamo lo stesso orientamento culturale e gli stessi metodi d’ approccio negli interventi. E la stessa voglia divertita di capire le cose, serenamente. Confermo la mia stima su di lui, sia come uomo che come tecnico. Dopo diversi anni di affanno nei ragionamenti sui circuiti Grundig, in rete come nei social-networks, da parte di taluni che hanno solo creato disorientamento e persino modificato la logica costruttiva dei circuiti, associando loro proprietà effimere ed esoteriche, finalmente abbiamo un uomo onesto che lavora onestamente sugli apparecchi con una manualità ingegnosa. Presentando poi a tutti le operazioni alla luce del sole. Marco è la persona giusta nel gruppo giusto. Un abbraccio, Marco, ed un saluto caro a Roberto Cecchini e a Pasquale Galasso co-fondatori di questo bel gruppo.
Bello, bellissimo apparecchio.
Io è da una vita che vado dicendo che non esiste solo Grundig, ma anche Saba, Telefunken, Loewe, ITT, Nordmende, Graetz etc…
I quali, tra l’altro, hanno soluzioni circuitali e componentistica assai simili ai nostri G.
A proposito di Nordmende, ho un compatto 8050SCP che è delizioso, ha piatto Dual 1235 e piastra con meccanica ALPS (giapponese degli anni buoni, quasi tutta di metallo).
E a proposito di Saba, ho molte parti di recupero di un bellissimo Saba 9800 che purtroppo non è stato possibile ripristinare. Se serve qualcosa…
Ciao Marco, ormai i complimenti sono così scontati che nemmeno te li faccio più… 🙂
Complimenti Marco!! la riparazione del braccio è molto ingegnosa!! spero comunque di non doverla mai applicare: ricevere un braccino spezzato è davvero avvilente. Quello che imparo da te è non darsi mai per vinti: c’è sempre (o quasi) una soluzione.
Marco, sembri di un altro pianeta …….:-)
E’ confortante vedere che a volte non tutto è perduto e che è possibile recuperare anche a danni di rilievo.
Bellissimo articolo.
Quoto Thomas, Tecnico di altri pianeta e d’altri tempi.
Alla fine Marco ha optato per la sostituzione del piatto con il mio altro Dual 491. Devo dire comunque che questi apparecchi sono affascinanti e bensuonanti. Ora oltre ai classici Grundig posseggo anche ITT e Saba. Voglio organizzare il compatrone day sul lago di Garda. Tutti invitati !!!
OK, io porto il Nordmende. Sono sicuro che farà la sua porca figura… 🙂
Mi sa che quel Normende andrà molto molto molto bene
sono convinto anch’io. Stefano, dalle foto sembra uguale al 9000 e 9500. Avendoli entrambi qui, mi dici se le cerniere delle cover sono sane? In uno manca un pezzo, in un altro credo siano state modificare mettendo delle viti passanti a tenerle ferme.
grazie
marco
Ciao Marco, scusami ma questo tuo ultimo commento mi era sfuggito. In futuro, se capiterà ancora, scrivimi pure in privato.
Beh, proprio uguale al 9000 non direi, mi sembra c he il 9000 sia decisamente migliore.
Però il coperchio mi sembra che utilizzi lo stesso sistema di incernieratura.
Il mio purtroppo è un po’ rotto sullo spigolo destro e tende ad “uscire” all’esterno della sagoma di appoggio e quindi ad abbassarsi troppo rispetto al piano sottostante.
Però, effettivamente ricordo che anch’io ho dovuto mettere dei bulloncini passanti sulle cerniere.
Magari ti mando quanche foto.
Il 9500 ha i “mitici” darlington MJ2501 e 3001, rispetto al 9000 che hai i TIP (non ricordo quali ma certamente molto meno potenti). I circuiti così ad occhio mi sembrano identici. Grazie comunque per la info sulle cover. Dirò al mio amico Angelo di non affannarsi nella ricerca di una cover “immacolata” perchè mi pare di capire che prima o poi si rompono tutte. A presto
marco
Il Nordmende 8050 ha i finali BD203/204 (piloti BC637/638), come l’R1000 ed il V7000.
Dimenticavo: il problema del coperchio è che i progettisti hanno optato per una forma aperta sul davanti (probabilmente per consentire di azionare gli slider e lo start/stop del giradischi anche a coperchio chiuso).
Per arrivare a ciò hanno quindi dovuto creare un coperchio che, quando è chiuso, praticamente si appoggia sul piano dell’apparecchio solo con i fianchetti destro e sinistro, e questo purtroppo lo rende molto fragile.
Il mio, infatti, ha il fianchetto destro un po’ rotto e, abbassandolo, scende troppo perchè il fianchetto fuoriesce dalla sagoma dell’apparecchio senza appoggiarvisi sopra.