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Quando non c’è limite al meglio: ologrammi musicali in Ferrara

Ologramma di Michael Jackson al Billlboard Music Awards 2014

Ologramma di Michael Jackson al Billlboard Music Awards 2014

Durante il mese di Febbraio di quest’anno ho ricevuto una gradita telefonata da parte di Giancarlo di Ferrara, come sapete il possessore di quell’impianto che costituisce il mio riferimento (qui e qui potete leggere i miei articoli su quegli ascolti fatti durante le mie visite nei mesi di Luglio e Settembre 2014). Mi aveva riferito di aver fatto interventi per ripristinare il più possibile l’originalità sia dei Geloso 232 HFN che del Grundig Studio 2020 sostituendo tutti i componenti usurati e che questi ne avevano ulteriormente migliorato il suono (in quali parametri lo scoprirete leggendo): confesso che quella affermazione mi aveva incuriosito parecchio, chissà in quale misura era stato possibile migliorare la resa già eccezionale di quell’impianto.

Dopo varie vicissitudini riguardanti problemi di salute (felicemente superate) sia da parte mia che da parte di Giancarlo, fissiamo l’appuntamento per Giovedì 2 Aprile.
Questa volta decido di andare in treno, usando la linea Suzzara-Ferrara, linea di traffico tipicamente locale, che attraversa una campagna tra le più fertili di Italia. E’ una delle zone dove la vista nelle giornate limpide si espande veramente “a perdita d’occhio”, visto che parliamo di una zona della pianura padana tra le più distanti dai monti: infatti si trova nel punto più lontano sia dalle prealpi venete che dall’appennino emiliano. Tuttavia nelle giornate più terse l’orizzonte è bellissimo, perché nonostante una visuale libera sulla pianura estesissima è comunque possibile in lontananza vedere le suddette prealpi venete e le montagne che contengono il lago di Garda.
Il 2 Aprile è fortunatamente coinciso con una di quelle rare giornate con un atmosfera veramente nitida e tersa, che ha reso panorami normalmente indistinti e piatti, rigogliosi nei colori presenti nelle campagne, simili a quelli delle grandi praterie americane, con una visuale che arrivava fino alle già citate prealpi. Se si viaggia da soli il treno è ovviamente molto più adatto per osservare il panorama che ti circonda.

PIccole stazioni di provincia: San Benedetto Po (MN)

PIccole stazioni di provincia: San Benedetto Po (MN)

Partendo dalla piccola stazione di Pegognaga (MN) ho così incrociato in sequenza (quasi toccandoli) gli argini del del grande fiume a San Benedetto Po, i grandi spazi occupati dalle coltivazioni del melone di Sermide (Zona tipica DOP, la più rinomata in tutta Italia),

Le coltivazioni del Melone DOP di Sermide (MN)

Le coltivazioni del Melone DOP di Sermide (MN)

per finire con la campagna a perdita d’occhio fra i paesi di Felonica Po, Bondeno di Ferrara,

Un albero solitario sperduto nella grande campagna ferrarese

Un albero solitario sperduto nella grande campagna ferrarese

per arrivare poi alla città resa famosa in epoca rinascimentale dai duchi estensi, in tempi recenti per aver dato ai natali al mio naturalista-documentarista preferito, Folco Quilici, ed a uno dei più grandi e geniali registi italiani del secondo dopoguerra, Michelangelo Antonioni (Blow-up, Zabriskie Point fra i suoi titoli più importanti – Oscar alla carriera nel 1995). Per la nostra piccola comunità di Grundiglove, Ferrara è il punto d’incontro dove risiedono i Grundighisti della prima ora, con la loro grande esperienza ed orecchio.

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Giunto così alla stazione di Ferrara ho incontrato Giancarlo che mi ha portato a casa sua: ero molto curioso riguardo quello che avrei sentito da lì a poco: tutto era organizzato per avere il tempo necessario, avendo a disposizione uno scampolo di mattino e praticamente l’intero pomeriggio.

Dopo avermi parlato dei miglioramenti che ha avvertito sia sul Grundig che sul Geloso dopo l’ultimo aggiornamento della componentistica, decidiamo di iniziare l’ascolto con i Geloso; una cosa importante, come sorgente, un Philips CD 160 modificato da Giancarlo ha preso il posto del CD151. Come primo CD ascoltiamo un’altro album del bluesman preferito di Giancarlo, “Mighty” Sam McClain – “Journey” che, a differenza di quello che avevamo ascoltato durante le mie prime sedute di ascolto di Luglio e Settembre, è stato registrato in studio nel 1998. Giancarlo mi accenna al fatto che lo ritiene ottimale per valutare la ricostruzione del palcoscenico e, come di consueto, della timbrica.

COPERTINA JOURNEY SAM MCCLAIN

Ancora una volta la registrazione è splendida e l’impianto dopo l’ultima rinfrescata ha una resa ancora migliorata: durante l’ascolto delle tracce 4, 7 e 9 (“New man in town”, “Time is running out” e “Other side of the tracks”) ancora una volta rimango sorpreso dalla naturalezza dei suono, una naturalezza composta dalla perfetta dimensione degli strumenti e dalla loro disposizione sul palco, che di solito si definisce “virtuale”, ma in questo caso sembra del tutto reale.
Mi sembra di tornare bambino nei primi anni ’70, quando, nel momento in cui i complessi che avrebbero condotto le serate danzanti nel locale di mio padre provavano le canzoni al pomeriggio, io mi mettevo al centro della pista come se fossi il tecnico del suono, per sentire nel migliore modo possibile. Sentivo perfettamente e nitidamente il caratteristico suono emesso da un altoparlante a tromba girevole per riprodurre l’organo hammond, di solito situato dietro tutti gli orchestrali.
Seduto qui sulla poltrona del salotto di Giancarlo, come in quei pomeriggi “vedo” chiaramente l’altoparlante dell’organo Hammond, ben presente nelle tracce citate, dietro tutti i componenti della band di Mighty Sam Mcclain. Il modo in cui le Grundig Audioprisma 703 separano i piani sonori e contemporaneamente rispettano alla lettera il timbro e la dimensione fisica degli strumenti presenti nei brani riprodotti ancora una volta riesce a stupirmi.

Una giornalista in esterni il cui ologramma appare all'interno dello studio TV

Una giornalista in esterni il cui ologramma appare all’interno dello studio TV

Da qui nasce il titolo di questo articolo, il loro modo di riprodurre di riprodurre la musica che gli viene proposta fa sì che davanti a te si materializzino virtualmente strumenti e musicisti, qualcosa di simile alle immagini 3D riprodotte per la prima volta nello studio della CNN durante le ultime presidenziali americane del 2012.

Ripassiamo ancora una volta due brani per rivivere a brevissimo termine le emozioni provate e si arriva velocemente all’ora di pranzo, ora in cui ci raggiunge Gabriele, che ho ancora una volta il grande piacere di incontrare. Come più volte ricordato nei miei articoli sulle sorgenti analogiche Dual, senza la sua paziente collaborazione, non avrei mai potuto inoltrarmi in alcuna analisi tecnica. Anche qui facciamo una pausa, con il video della traccia “New Man in Town”, che ho scoperto sul web essere diventata famosa come parte della colonna sonora del telefilm “Ally McBeal”, uno dei più in voga qualche anno fa.

 

 

Dopo l’ormai consueto ottimo pranzo, grazie alla proverbiale ospitalità e bravura della Sig.ra Rina, una donna dalla pazienza infinita, Gabriele, prima di lasciarci per ovvi impegni di lavoro, mi spiega brevemente la natura degli interventi sui Geloso 232 HFN per ripristinare nel modo migliore possibile la loro stupenda funzionalità: tenete presente che hanno circa cinquant’anni, non so se rendo l’idea……: Giancarlo e Gabriele sono riusciti a migliorare ancora la già eccellente riproduzione e profondità del palcoscenico, credetemi, non era un compito facile!

Il pomeriggio inizia con l’ascolto del compatto Grundig Studio 2020 per verificarne i progressi dopo la cura ricostituente di Giancarlo: riascoltiamo gli stessi brani di prima ovviamente per avere un sicuro riferimento e devo dire di essere rimasto veramente a bocca aperta. Proporzionalmente il suono del Grundig è migliorato più di quello dei Geloso ed ora la distanza fra i due si è veramente ridotta ai minimi termini, rimane una piccolissima differenza nella capacità di riprodurre la dimensione fisica degli strumenti, con il Grundig Studio 2020 sono di una vera inezia un pochino più “piccoli”.
Insomma qualunque amplificazione Giancarlo vi proponga il risultato è sempre splendido.

Davvero mai come in questo caso, sono d’obbligo le parole usate nel titolo: solitamente siamo purtroppo abituati a situazioni dove sembra non esserci limite al peggio, in questo caso Giancarlo ed il suo “staff” sono riusciti a mettermi davanti all’evidenza che per loro non esiste limite al meglio!
Le valvole escono ancora una volta vincitrici, anche se di un’inezia, ed ormai questa cosa non mi stupisce: io personalmente preferisco questo tipo di amplificazione, trovo il loro suono il più naturale e meno stancante che abbia mai sentito: non vi ho ancora parlato di una mia visita a casa del Sig. Giovanni Saoner dove ho potuto ascoltare un Grundig Stereomeister 15H del 1964 o giù di lì, restaurato in modo eccelso. Durante quella seduta di ascolto ho capito immediatamente a quale suono i Grundig a transistor che sono stati prodotti dopo il 1966 si rifacevano, e di conseguenza anche il perchè quest’ultimi siano comunque apparecchi così eccezionali come appunto lo Studio 2020 di Giancarlo.

Grundig Steremeister 15H in versione faggio

Grundig Steremeister 15H in versione faggio

GRUNDIG - Preceiver HF10 e Finale stereo NF1 a valvole

GRUNDIG – Preceiver HF10 e Finale stereo NF1 a valvole in un depliant dell’epoca

Anche il nostro cofondatore Roberto si è fatto stregare dal suono delle valvole ed ora a casa sua ascolta con un pre Grundig HF10 con il suo finale dedicato NF1 valvolari del 1962 o giù di lì, apparecchi che esteticamente rappresentano un sonoro ceffone al cosiddetto “WAF” – in italiano Fattore di accettazione muliebre – dal tanto che sono inguardabili inseriti in un salotto, ma dal suono all’opposto incredibilmente bello (questo è il motivo per cui verranno sostituiti a breve da un apparecchio con un Waf decisamente migliore, il sintoamplificatore valvolare Telefunken Opus 2550).

Clicca per ingrandire

Clicca per ingrandire

Tornando a noi, ad un certo punto Giancarlo mi legge nel pensiero e mi propone di ascoltare qualcosa dal Dual 1226 inserito nel Grundig con la sua testina originale Dual M75 Type D corrispondente alla Shure M75-6S. Chi ha seguito con atterzione la serie degli articoli sui Dual in Grundig Zarge saprà che questa testina era piuttosto in basso nella linea produttiva della Shure, come potete verificare dalla pagina riepilogativa del catalogo Shure 1979, che ripropongo qui a fianco. Il motore della testina elettricamente ha gli stessi valori della famiglia M75-M91, ma cantilever, magnete mobile e stilo sono meno raffinati, lo si nota da una separazione stereo dichiarata di 20 db contro i 25 delle sorelle più in alto nella gamma e dal peso di lettura che va dai 1,5 ai 3 gr. contro il range compreso fra 0,75 ed 1,5 gr. delle M75 migliori (M75G T2 ed M75ED T2).

COPERTINA MUDDY WATERS OMR

Come primo disco ascoltiamo il famoso album del grande bluesman Muddy Waters “Folk Singer” nella preziosa edizione “Original Master recording”; con il fluire delle prime note si evidenzia subito una ottima timbrica, la voce blues è veramente bella. Il Dual e la sua testina dello Studio 2020 con questo disco, caratterizzato da una profonda voce maschile e da pochi strumenti ben delineati, se la cava egregiamente.

Dopo l’ascolto della seconda traccia, per la seconda volta Giancarlo mi legge il pensiero e mi propone di ascoltare un album di cui ha sia l’edizione in vinile che in CD, uscite in contemporanea nel 1987 (allora era ancora così). parlo di un album di Bruce Springsteen – Tunnel of Love – che ho anche io e che apprezzo in modo particolare per la presenza di alcune splendide ballate lente. Fra queste la mia preferita è l’ultima traccia “Valentine’s Day” una struggente dichiarazione di amore di un commesso viaggiatore alla propria moglie mentre è sulla via il ritorno a casa il giorno di San Valentino: ve ne propongo l’ascolto prima di passare alle impressioni.
Il primo video si riferisce ad una versione dal vivo sottotitolata in italiano per apprezzarne il testo

 

 

Il secondo video è la stessa canzone in versione originale da studio:

Ancora una volta la voce maschile è resa molto bene ma è con l’ascolto di “One Step Up” facendo la commutazione A/B (CD/Vinile) che mi rendo conto facilmente che l’ago della bilancia va decisamente verso il CD: il timbro della voce è migliore in vinile ma il suono appare un pochino più “impastato” su tutte le medio-alte: attenzione, queste ultime ci sono veramente tutte, ma non sono precise e separate come nel CD. Mi viene spontanea una domanda: cosa accadrebbe se al posto dello stilo conico/sferico della M75 Type D/M75-6S ci fosse il magnifico stilo JIco/SAS disponibile per questa precisa testina? Credo che arriveremo ad avere i dettagli del CD con in più il calore del vinile.

Quindi una prestazione davvero egregia del Dual 1226, limitata da uno stilo sicuramente ottimo ma che non può competere con uno stilo microridge in quanto ad informazioni estratte. Tutto questo mi conferma che i Dual in Grundig zarge con le testine originali Shure sono veramente degli ottimi giradischi, ma le SASsy Shure ne costituiscono un aggiornamento che li portano a livelli assoluti.

Vi propongo anche il video di questa canzone, ma tutto questo album, nato dopo il divorzio dalla sua prima moglie, è veramente bellissimo: è uno dei rari casi di album di genere Pop/rock dove non ti viene mai il pensiero di saltare una traccia. Premetto che Bruce Springsteen mi piace molto, l’ho visto anche dal vivo nel 2000 al Palaforum di Assago, ma non essendo un suo assiduo fan, non conosco bene gli altri suoi album, tuttavia, come già detto, questo mi sento di consigliarlo a tutti, le canzoni contenute sono come le ciliegie, una tira l’altra.

Giunti ormai verso le ore 16,00 a metà pomeriggio Giancarlo mi propone una prova di ascolto che mi lascia perplesso: ascoltare un paio di piccole Grundig M300 su piedistallo in mezzo alla stanza per verificare di quale incredbile riproduzione del palcoscenico siano capaci in questa configurazione.

Le piccole incredibili Grundig M300

Le piccole incredibili Grundig M300

Ritorniamo ad ascoltare il CD Journey, sempre per avere un confronto diretto ed immediato con le 703 Audioprisma ascoltate fino a pochi minuti prima e devo dire che il risultato è davvero sorprendente: ancora una volta Giancarlo ha parlato a ragion veduta. Il palcoscenico si estende in profondità nello stesso identico modo delle 703 (quindi va oltre le pareti della stanza), ed anche la timbrica non è per niente sbilanciata sui medio-alti: i bassi ci sono, ovviamente non possono raggiungere la profondità di quelli riprodotti dalle Audioprisma, ma vi assicuro che sono rimasto assolutamente stupefatto.

Se io non fossi stato abituato ad ascoltare le Audioprisma 703 in quel preciso ambiente, avrei tranquillamente affermato che si era in presenza di un suono molto ben equilibrato. Ripeto, che quando si ricollegano le casse titolari si entra in un mondo di eccellenza che va comunque ben oltre il grande suono delle piccole M300, ma queste non ne escono stritolate, perchè ti lasciano comunque a bocca aperta, pensando alle loro minuscole dimensioni.

Foto un pò sbilenca, ma rende bene l'idea della distanza delle M300 dalla parete di fondo.

Foto un pò sbilenca, ma rende bene l’idea della distanza delle M300 dalla parete di fondo.

Come potete vedere in basso all’estrema sinistra della foto qui sopra, era pronto per l’ascolto un CD audiophile uscito in Giappone, “Platters Greatest Hits”: una volta ricollegate le 703 ci siamo fatti immergere negli anni ‘ 50 dai loro grandi classici, in particolare “Smoke gets in your eyes”, tra le altre cose, colonna sonora di uno splendido quanto sottovalutato film di Steven Spielberg “Always” (1989 – con Richard Dreyfuss e Holly Hunter, rifacimento di “Joe il pilota” del 1943 con Spencer Tracy), oltre che ai sempreverdi “Only you” e “The Great Pretender”.

L’orario di partenza del mio treno di ritorno è ormai vicino, ci svegliamo dagli anni ’50 ed arrivati dopo breve tragitto alla stazione di Ferrara, saluto Giancarlo complimentandomi ancora una volta per gli eccezionali risultati raggiunti, per la solita grande ospitalità che mi ha dato il privilegio di riascoltare un’impianto che sembrava impossibile migliorare, ma così non era.

Se avete la fortuna di essere già stati a casa di Giancarlo, potrete chiedergli di tornare ad ospitarvi, ne varrà la pena e lui sono sicuro ne sarà contento; se non ci siete mai stati, se abitate nel centro -nord fate uno sforzo e chiedete la sua ospitalità, vi si aprirà un mondo di riproduzione musicale che non vi sareste mai aspettati.

Come sempre prima di terminare l’articolo vi lascio con la musica: in questo caso non potevo non riproporvi il momento in cui nel film “Always” la scena viene sottolineata proprio dalle bellissime note di “Smoke gets in your eyes”. Il film essenzialmente racconta la storia d’amore fra un pilota di aerei anti-incendio (Richard Dreyfuss) e la sua ragazza (Holly Hunter): dopo che lui muore in missione ne diventa il suo angelo custode (capirete così che “Ghost” di qualche anno prima non era una idea del tutto originale ma si rifaceva in qualche modo a quel film del 1943): nella scena qui riproposta la ragazza danza sulle note dei Platters, ricordando le ore passate con il fidanzato scomparso, inconsapevole del fatto che ora è di fianco a lei in veste di angelo custode.

Mi sto domandando quale sarebbe il  suono di questi fascinosi classici degli anni ’50 attraverso l’ascolto delle prime stampe dei loro album originali, quando tutta la catena di registrazione, incisione e missaggio si appoggiava ad apparecchi valvolari – magari attraverso un Dual in Grundig Zarge riportato alla sua funzionalità originale da Audio Oasi – con il solo innesto di una testina piuttosto particolare; ormai mancano pochi giorni alla consegna del mio Grundig PS70-Dual 1219, vi farò sapere in un futuro vicino.

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One Comment

  1. Bellissimo articolo , quando la passione GRUNDIG diventa MAIUSCOLA !!!

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