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Credo che Roberto si riferisse a ben altro genere di confronti, ed in particolare a quelli pilotati a puro scopo “commerciale”.
Sbaglio, Rob?
Credo di poter dire che i confronti come li intendiamo noi non sono gare a chi ce l’ha più lungo, come purtroppo troppo spesso capita di leggere, ma semplicemente ASCOLTI, che ovviamente possono portare a giudizi più o meno positivi, ma sempre di ascolti si tratta.
Poi, è chiaro che ognuno può e deve dire la sua, ci mancherebbe.
Ma la nostra comune passione ci porta ad apprezzare gli apparecchi della scuola tedesca dei bei tempi andati, senza pregiudizi su marchi e modelli.
Io ad esempio, quando ho scritto che il receiver Grundig R1000 (ed ancor più l’R20) la spunta sul Telefunken TR300, non intendevo affatto che il TFK non mi piace, ci mancherebbe, ma solo che il confronto tra questi apparecchi ha rivelato una sonorità leggermente diversa, ma sempre godibilissima.Scusate leggo solo adesso…mi fa piacere che il commento non era rivolto a me, ne ero sicuro, però mi sento più sollevato.
Purtroppo non riesco ad essere un utente troppo attivo, sono troppo preso dalle mie cose e non riesco a conciliare tutto, ma quando mi capita di ascoltare qualcosa di valido sotto il profilo sonoro, e perché no anche economico, mi viene subito voglia di condividere l’esperienza con qualcuno.
Alla mia veneranda età (52) e tanta gavetta, oggi pur continuando a leggere di tutto mi fido solo delle mie orecchie e del mio cuore, si perché quando un suono è piacevole ti prende anche il cuore, fino a farti rizzare i peli sulle braccia. Mi piacerebbe saper scrivere bene le mie sensazioni, ma non sono in grado. Per esempio adesso sono al settimo cielo perché ho comprato un RTV-901 per 30 euro, funzionava malissimo con vari difetti, ma con un po di pazienza l’ho rimesso quasi a nuovo, non sono certamente bravo come in nostro Marco anzi è grazie ai suoi consigli che riesco in molte cose. Ma poi vuoi mettere la soddisfazione.
Ho ancora un paio di cose da rivedere ma eccolo qui adesso che sta strimpellando davanti a me come un usignuolo.
…..continua appena ho tempo
Gran bel confronto, tra due marchi prestigiosi che ci hanno regalato apparecchi fantastici.
Roberto, bellissimo il 2550.
Io ho un 2650, simile, ma credo non allo stesso livello del 2550.
Il suono è comunque emozionante.il 2650 è comunque una bellissima macchina sonica. Un finale a transistor che di avvicinava per timbrica ai valvolari, anzi… era pubblicizzato come un passo in avanti rispetto alle valvole.
Dal punto di vista visivo richiamava i modelli precedenti. Sono sicuro che riesce ad essere un apparecchio ancora oggi molto interessante.
Su questi impianti, l’unica accortezza è avere la possibilità di farli esaminare da un buon tecnico per la verifica della componentistica che, a 50 anni dalla nascita, non può avere sicuramente mantenuto la medesima caratteristica.
Penso che una sostituzione intelligente degli elementi non efficienti sia obbligatoria su queste macchine. La paura di perdere il suono originale cambiando qualche condensatore o resistenza è nulla se si pensa che il suono che si stà percependo con componenti esausti è comunque non corrispondente a quello progettato.
Il terrorismo che alcuni pseudo Guru paventano sul non ripristinare le macchine con componenti moderni è stata fatta essenzialmente per evitare che la gente si possa rendere conto di quanto possano ancora rendere gli apparecchi vintage.
Questi sintoamplificatori vanno ancora benissimo, sono belli da vedere, arredano. Le schede cinesi inserite in cabinet moderni non hanno nessun fascino. Possono anche suonare bene ma non possono superare questi tedeschi.
Hai pienamente ragione. Oltre ad avere un bel suono, è anche bello a vedersi: importante quando è acceso, discreto con lo sportello chiuso (ma chi lo chiude mai?). Tra stasera e domani, ho in programma di fare un confronto tra il Grundig SV80 (transistor al Germanio, riparato e messo a punto da Marco) ed il Telefunken Opus 2650 (radio a valvole e finali a transistor, che sta per farsi un giro a Roma…). Due macchine della metà degli anni ’60, cinquant’anni portati egregiamente.
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