“Comprendere la vita delle cose esige altrettanto acume di quanto ne richieda il comprendere la vita delle persone”. Le cose danno consistenza alla nostra identità: se non si ha amore, il rapporto con esse diventerà solo meramente possessivo, causando una bulimia acquisitiva destinata a produrre infelicità anche verso se stessi. Queste parole del filosofo Remo Bodei dicono molto, dicono soprattutto che “oggetto” e “cosa”, anche se utilizzati comunemente come sinonimi, hanno in realtà un significato ben diverso. Mi ripropongo di tornare sull’argomento in un futuro spero molto prossimo, dopo aver riflettuto meglio ed aver letto qualcosa in merito, in modo da condividere con voi alcuni ragionamenti a mio avviso molto significativi e che molto hanno a che fare con la nostra passione. Il rischio della “bulimia acquisitiva” di cui accennavo infatti è sempre dietro l’angolo.
Questo breve preambolo per riflettere sul valore affettivo delle cose. Gli oggetti che oggi entrano a far parte della nostra vita, lo fanno per un tempo sempre più limitato. Come giustamente sostiene Giorgio Lotti, siamo la prima generazione che non tramanderà manufatti ai propri figli.
Pare strano, ma questa piccola radio rinvenuta in un armadio di casa aperto in cerca di ricordi, proprio l’avevo dimenticata. La cosa sembra ancora più assurda se si pensa al fatto che il suo aspetto non è certo ordinario e che non passa inosservato.
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