Ho dovuto faticare non poco per convincere Roberto a mandarmi questo stupendo amplificatore. Ricordo come ne parlava nelle pubblicazioni di FB e nella sua recensione sul nostro sito – e poi “pufffff….” si è guastato, ma non voleva disturbarmi. Alla fine l’ho spuntata io.
Che spettacolo!!! Il titolo non a caso recita “taratura Bias e Balance” perchè, a questo giro, mostrerò le necessarie tarature che vanno fatte sugli stadi di amplificazione.
All accensione l’amplificatore gracchia come se fosse “spento”. Certamente problemi all’alimentazione.
Vi assicuro che qui non ho passato aspirapolvere e pennello, l’amply splendeva sia all’interno che all esterno come vedete qui, i fusibili cerchiati da 2A sono aperti!!
I 4 bestioni 2SC1030 marchiati Hitachi.
Cablaggio molto curato e pulito. Il potenziometro del volume deve essere comunque pulito.
Quando abbiamo una situazione di fusibili aperti, occorre necessariamente dare alimentazione piano piano, con un variac. Il tester 680R, messo opportunamente al posto del fusibile, ci dirà se c’è qualche assorbimento eccessivo anomalo.
La corrente di riposo è leggermente alta (25 mA piuttosto che 20) ma non ci sono corto circuiti. Bene, ci deve essere stato qualche sbalzo anomalo, oppure il potenziometro del volume ha scrocchiato troppo, oppure, ancora, l’amply non è ben tarato. Manuale alla mano, procediamo alla doppia taratura “balance” e “bias”.
Innanzitutto individuiamo i trimmer che dovremo regolare. Anticipo che ho dovuto puilirli, come dei normali potenziometri, dato che la regolazione non era lineare, bensi “scattosa” e con picchi anomali.
Regolazione balance: molto sinteticamente il Service ci dice di mettere il Volume a 0 e controllo toni a 0 anch’essi.. Settare poi un generatore a 1Khz e collegarlo sulla presa AUX. Mettere un carico resistivo 4-8 ohm sull uscita del canale in taratura. Posizionarsi con l’oscilloscopio in parallelo al carico. Accendere e aumentare il volume fino a far “squadrare” la sinusoide. Agire sul trimmer di taratura fin quando le squadrature (semionda + e semionda -) non avvengono nello stesso momento.
Eccoci con il carico fittizio, il generatore, l’oscilloscopio…. ed il solito PC acceso sul manuale service.
La sonda dell’oscilloscopio in parallelo al carico (un partitore resistivo che sostituisce, per ovvi motivi, l’altoparlante, infatti l’amply andrà alzato al massimo volume sui 1000 Hz….!!!).
Alziamo il volume gradualmente.
Ecco la prima squadratura, aumentiamo la base dei tempi.
c’è già uno sbilanciamento verso il basso.
Riportiamolo nella condizione di prima semionda normale (stiamo regolando il trimmer in questione).
Ecco le curve perfettamente tonde. All’aumentare ulteriormente del volume, le stesse squadrano all unisono.
Adesso andremo a controllare le correnti di Bias.
Per fare ciò, rimuoviamo il fuse di un canale, al suo posto interponiamo il tester a 50mA fondo scala. Diamo tensione e regoliamo fino a rilevare 20mA. La regolazione va ritoccata in più fasi, facendo scaldare bene l’amplificatore. Ovviamente il tutto un canale per volta, senza segnale in ingresso..
Così come da istruzioni (parte destra), Bene, inutile dire che l’amplificatore suona davvero bene e capisco l’innamoramento di Roberto per il suono di questa macchina. Anche in questo caso tarature effettuate come da manuale.
ciao a tutti
marco
Marco, tu mi rendi sempre un uomo felice. Questi ripristini allo stato originale degli apparecchi sono opere d’arte.
Noto con piacere che la messa a punto delle elettroniche viene effettuata utilizzando strumeti di estrema precisione. A differenza di taluni che aggiustano ad “orecchio” tu persegui una filosofia scientifica e ti avvali sempre delle indicazioni fornite dai progettisti.
L’amplificatore Sansui AU555a è una pietra miliare dell’alta fedeltà Giapponese. Si tratta di una rivisitazione del famosissimo AU555. Le serie con il suffisso “A” hanno piccole differenze rispetto a quelle senza attributo. Le principali sono dovute al controllo “presence” riferita al potenziometro delle frequenze dei “medi”. L’estetica del 555A sono tese ad avvicinarsi a quella del Sansui AU888.
Dal Sansui AU555a derivò il famosissimo AU505 che ne ereditò il progetto dello stadio finale ma ebbe dei downgrade rispetto alla componentistica. I sacri testi e gli appassionati del marchio definiscono questo amplificatore un “progetto molto accurato ed equilibrato, nei confronti della banda passante e della controreazione complessiva”
E’ stato dimostrato che tale circuitazione è molto spesso in grado di rendere in modo migliore progetti sulla carta assai più moderni e “simmetrici”, a patto che “siano state tenute in debito conto tutte le problematiche inerenti alla simmetria quasi complementare con alimentazione singola rispetto massa”
Sembra che il punto debole di questi amplificatori siano i transistor 2SC458, che qualora siano stati montati, con il tempo diventano rumorosi e vanno sostituiti.
Se si ha la fortuna che non siano stati montati è possibile beneficiare di un suono grandioso dopo più di quarant’anni di funzionamento impeccabile. Amplificatore che ha ancora i suoi condensatori originali.
Soltanto l’uso frequente degli apparecchi tiene in vita i condensatori elettrolitici.
“I condensatori montati in origine sui Sansui tra il 1967 e il 1973 sono estremamente longevi, e non è affatto detto che ricappando a tappeto poi il suono possa piacere altrettanto. Questo non perchè i condensatori vecchi suonano meglio dei nuovi, ma perchè QUEI condensatori erano particolarmente buoni.”
Mamma mia che professionalità, qui, come si dice a Napoli: si ferma l’orologio.
Marco è un grande tecnico ed un uomo di spessore, cosa rara.
Grazie Marco, per questo nuovo, dettagliatissimo articolo, che ho letto con molto interesse (come gli altri, del resto).
Io ho un Sansui AU505, che come leggo è “fratello minore” o “figlio” del 555a.
L’ho ascoltato, finora, senza particolari emozioni.
E’ di molto lontano, come componentistica e suono, dal 555a?
Con che diffusori consigliereste di ascoltarlo?
citando Tundedguy57 (Kederico) http://avaudiovintage.forumfree.it/?t=68274633&st=30:
“Sansui AU505
….23 watt per canale. Phono a due transistor, alimentazione sezione pre non stabilizzata. Controlli di tono passivi. Stadio di uscita a simmetria quasi complementare con condensatore di uscita. Non c’è differenziale in ingresso, la controreazione viene riportata in modo tradizionale all’emettitore del primo stadio, del resto essendo dotato di condensatore di uscita, e quindi alimentazione singola rispetto massa, non c’è il problema dell’offset ma solo quello della simmetria di squadratura. Capacità di alimentazione appena sufficiente.
Costruzione di buona qualità ma non paragonabile agli standard Sansui del tempo. Si trattava di un amplificatore relativam economico rispetto al precedente AU555, costruito con gran dovizia di mezzi.
… Passando a brani più tumultuosi si evidenzia a mano a mano il vero limite di questo amplificatore.
La capacità di alimentazione è assolutamente inadeguata e l’ampli si siede all’aumentare del volume. Questo si sente sulle basse, che si appiattiscono oltremodo, pur non essendo in clipping l’amplificatore. L’effetto è mortificante, com’è ovvio.
I proprietari di questo amplificatore dovrebbero tutti considerare di aumentare di parecchio la capacità di filtro dell’alimentazione.
…
Tornando al suono: Il test di classica se il volume rimane medio passa alla grande: questo ampli suona bene!
…
Il test voce conferma le impressioni….suona…SUONA!
Il soundstage (sempre se non si alza il volume) è più ampio in tutte le direzioni.
Che bell’ampli sarebbe con un condensatore dal doppio della capacità!
E’ assai probabile che , essendo questi amplificatori tutti ancora con componenti originali, si stia in realtà ascoltando il diverso modo di invecchiare degli elettrolitici di cui sono dotati.”
Grazie.
Solitamente, ascolto musica a volume medio-basso, quindi non dovrei arrivare ai limiti di questo ampli.
Proverò a riascoltarlo con le 550 Pro, che mi sono arrivate di recente.
Io ho avuto il Sansui AU 101.
Sembrava suonare bene ma ad un confronto diretto con un Grundig mi accorsi subito che si mangiava un sacco di informazioni…….
Riportato finalmente il Sansui 555a a casa. Suona in modo divino. Al momento è sul podio tra tutte le mie elettroniche vintage. Trovo questo integrato tra i più riusciti. Abbinato alle Audiorama 8000 e al Dual 701 raggiunge vette difficilmente eguagliabili.
Tanto per capire … del Sausui Au 317 un parere ?
Paragonato al modello AU555a curato dal “Grande Marco ”
si colloca in una misera nicchia ? Saluti , Mauro.
Ho avuto modo di provare il Sansui AU317 quando sono andato a ritirare le mie Audiorama 4000. Il suono mi ha gradevolmente colpito. Il Sansui AU317 è un ottimo integrato e ha la sua dignità.
Il Sansui AU555a lo ritengo però superiore a livello timbrico. Buon corpo e dettaglio. Suona veramente molto bene
Confermo che il 555a è superiore al 317, che comunque è ottimo. Si trova a prezzi intorno ai 150€, che è un costo ridicolo rispetto a quello che si compra nel nuovo. E vuoi mettere poi il fascino?!