Oggi prendiamo in esame uno Studio 2000. La compravendita della serie di compatti Studio è certamente la più diffusa in rete.
Allo stesso tempo questi apparecchi sono i più delicati e subiscono fra i più svariati “incidenti” a causa del trasporto. Devo confessare un pò di scetticismo quando mi hanno consigliato l’acquisto di questo stereo, datato 1973. Inoltre ho all’attivo già una 30 ina di interventi sui più super blasonati RPC 500/600/650, come avrebbe potuto reggere il confronto? Innanzitutto il primo evidente danno a causa di un imballaggio piuttosto scarso.
A parte ciò, vediamo gli altri eventuali danni.
La macchina è davvero bella.
Rigiriamolo e togliamo le viti dal basso per scoperchiarlo.
Le viti da togliere sono quelle individuate da un simbolo accanto alla vite in questione. Quasi tutte sono protette da un gommino, dove questo manca significa che è andato perso nel tempo.
Se avete intenzione di aprire velocemente tutti questi studio, compreso gli RPC, è consigliabile l’acquisto di questa chiave a tubo da 5,5.
Diamo una veloce panoramica della parte posteriore, anche qui ci sono le stesse viti di color nero.
Dobbiamo rimuovere le manopole: cursore sinistro, 4 cursori lato destro e manopola tuning.
Solleviamo delicatamente e contestualmente togliamo il cavo di rete
e della testina del piatto.
Scoviamo un primo clandestino: l’adattatore per i 33 giri del cambiadischi automatico finito all’interno, chissà quanto lo avranno cercato…
Prendiamo di mira il quadrante con le lampade fulminate. Secondo lo schema sono da 6V 1W, quindi ipotizziamo circa 170 mA. Il quadrante di toglie con le tre viti, sempre con testa 5,5mm.
Diamo un occhiata all’amplificatore. Personalmente mi sono emozionato vedendo i finali tipo BD130 in contenitore TO3 (come i 2N3055) montati qui….danno idea del tempo e del vintage. Inoltre sono 4 finali identici, nessuna simmetria complementare. Sono in configurazione controfase, con accoppiamento all’altoparlante tramite un grosso condensatore elettrolitico.
Ora un occhiata sui commutatori e slider del sistema 4D, che puliremo ovviamente.
Così come puliremo, con la solita accortezza, i 4 sliders Vol Bass High Bal.
Panoramica ora sui preselettori FM. Alla base di questi ci sono le due lampade che dobbiamo rimuovere.
Come togliere queste lampade così inserite a fondo? Io ho adottato un metodo: uso un pezzo di cavo UTP togliendoci i fili dentro, così da farlo diventare un tubetto.
Lo infilo quindi sulla lampadina premendolo un pò a fondo, esercitando anche una sorta di avvitamento.
Delicatamente possiamo ora sfilare la lampadina.
Ecco il quadrante con le lampadine sostituite.
Cambiamo anche quella del VU Meter di campo antenna 6V 30 mA.
olè, fatto
e quella dell’indicazione STEREO FM, 6V 30 mA.
Dobbiamo a questo punto arrivare ai commutatori sottostanti. Rimuoviamo la base di plastica nera, togliendo le due viti, sempre 5,5mm, indicate.
e quella laterale (scusate la foto…).
Ecco una panoramica dei commutatori.
Difficilissimo fare foto mentre si tiene in bilico lo stereo con una mano. Accontentiamoci di questo primo piano, relativo al solo commutatore FM.
Individueremo tutti gli altri e troveremo il modo per infilare la cannuccia, dando lo spray (quanto basta) e gira che ti rigira, ecco il secondo clandestino:
Non è mania, ma per me è importante pulire anche le cose che non si vedono, ma che danno magari riflesso al tutto. In tal senso, prima di rimetterlo, pulisco il quadrante di plastica nero.
Ora brilla. Facciamo una panoramica del piatto. Premetto che farò articoli a parte sui piatti DUAL, anche se in rete c’è già un’ottima documentazione in tal senso.
Ci soffermiamo sull’attacco TK della testina. E’ fuori posto.
Fortunatamente nessun danno. Lo puliamo e re inseriamo al suo posto.
Ecco il danno: perno dello slider del 4D rotto.
Sono dolori.
Questo il metodo che uso, adottato già per il 2220 semidistrutto dell’altro articolo. Mi procuro dei fermagli per carta.
Cerco il più idoneo.
Lo taglio “a misura”.
Con punta da trapano (a mano) da 1 mm, pratichiamo due forellini sul potenziometro.
Mano ferma e massima precisione. Difficilmente avremo la possibilità di sbagliare!!
Vediamo il risultato.
Presentiamo il fermaglio.
Ok. Una punta di attak su ogni foro.
dopo qualche secondo muoviamo lo slider per capire se qualche goccia di attak non fosse caduta in parti indesiderate. Se si, forziamo per sbloccare.
Proviamo a chiudere.
Bene. Ora qualche test. Mettiamo una Shure presa da un RPC500.
Il piatto ha diversi problemi: non va l’avviamento automatico, si sente un canale solo, è un pò incancrenito in generale. Riapriamo il piatto.
Scoperchiamo la schermatura dei fili della testina.
Con della carta vetrata finissima, puliamo i contatti che mettono la testina a massa in posizione di riposo. Questi danno problemi in fase di apertura (scrocchio) e in questo caso uno è addirittura sempre chiuso (motivo per il quale un canale non si sentiva).
Ora pulizia con lubrificante su tutti i meccanismi
Riproviamo.
Più di ogni altra cosa mi colpisce il fatto che già nel 1973 si potesse ascoltare la musica con questa qualità. Il basso è morbido, rotondo e profondo. Per le caratteristiche e le prestazioni, ci ha pensato già, molto meglio di me, Roberto. Io, da tecnico, non posso far altro che bearmi, ascoltare e godermi questo suono e questo compatto. E ringrazio per avere questa passione, così pienamente appagata durante questo ennesimo lavoro.
Va detto nella richiusura che le 4 viti che fermano la sezione radio, non vanno strette subito, se non dopo aver chiuso tutto il resto ed aver quindi centrato la posizione dei tasi. Pena il loro non scorrere in modo fluido.
Bello.
marco
Ripristinare questi apparecchi, riportarli allo splendore originario è encomiabile. Grazie per il tuo lavoro preziosissimo
Assurdo questo articolo, una ricostruzione fotografica dell’intervento tecnico sull’apparecchiatura così dettagliata non la ricordo nemmeno sui manuali a corredo.