Molti di noi, me compreso, hanno ripreso ad apprezzare ed utilizzare di gusto la sezione radio proprio grazie alle nostre amate elettroniche e alla bontà della suddetta sorgente.
Eppure, all’indomani del IV meeting Grundiglove, il vocabolo in questione riecheggia anche nella sua accezione altra, cioè quella riferita alle persone.
Al lato umano, all’essere concordi, “allineati sulla medesima lunghezza d’onda” (metafora obbligata…).
È così che è partito il tutto.
Dall’idea nata qualche mese fa alla realizzazione. Compreso ogni step intermedio e non esclusi diversi propedeutici compromessi.
Non mi dilungherò a parlare dei preparativi, ma permettetemi solo ringraziare in questa premessa, oltre ai fidi Riscica, Visentini, Gualtieri, De Salvo, D.Ferrari, G.Saoner (che hanno contributo, oltre alla parte organizzativa, mettendo a disposizione le loro elettroniche ed il loro sapere) anche tutti i partecipanti, senza i quali la riuscita di questo incontro sarebbe stata sicuramente diversa.
Ed ora bando alle ciance e passiamo ai fatti!
Ore 09:30
Arriviamo al Crowne Plaza di Quarto D’Altino (VE), che ci ospita con cordialità e professionalità, ed entriamo nella sala “Dorsoduro” ove si terrà l’evento.
L’avevamo lasciata la sera prima, al termine dell’allestimento. La ritroviamo pronta. Perfetta.
Una settantina di mq tutti ben sfruttabili, con una trentina di sedie, quadri… Bla bla bla… (robe tecniche da aggiungere) e i nostri 4 setups principali che scalpitano quanto noi.
Ore 10:00
Tempo di attendere l’arrivo dello zoccolo duro degli aderenti (un’altra parte giungerà qualche ora dopo) e, previa piccola introduzione a mia cura per ribadire le intenzioni ed il programma del meeting, si aprono le danze con la prima tranche d’ascolto:
Sul “banco di prova”, les enfants prodige MicroBox 320 collegate al Receiver R35. Sorgente CDPlayer Grundig 8200.
Ascoltare le 320 difendersi così bene, nonostante l’ambiente enorme per la loro “portata” ed alcuni brani davvero ostici come “Come Talk To Me” (Peter Gabriel), è stata una delle rivelazioni più interessanti della giornata. La loro nitidezza, complice la precisa e dinamica propulsione del Receiver, lascia molti astanti a bocca aperta e già un piacevole e lusinghiero brusio di commenti inizia a far da sottofondo.
Dopo i primi 4 brani del cd, come da programma, si cambiano ampli e casse lasciando posto al tanto chiacchierato V1700 e all’unica coppia di casse in rappresentanza della produzione buona in plastica del nostro amato marchio, ovvero le M300. La resa di queste ultime, di base meno cristalline ma più corpose delle 320, è stata palesemente controbilanciata dalla amplificazione proverbialmente analitica del “sorprendente sgorbietto plasticoso”, riuscendo visibilmente a strappare più di un sorriso di gradimento ai più.
Mentre le ultime note di “Walking on the moon” (The Police) sfumano, mi avvicino per la penultima volta al banco delle piccole (di certo il parco elettronico più nutrito dei vari setups presenti) per approntare l’ascolto delle mitiche box 300 le quali probabilmente si rivelano, accoppiate al R35, le più “limitate” su alcuni brani (vedi Depeche Mode “It’s no good”) ma anche quelle con gli alti e le voci più nitide (come in F. De Andrè “Creuza de ma”).
Giungiamo quindi all’ultimo ascolto della categoria: le box 400 prima serie, pilotate dal V7000 al quale stadio Phono abbiamo collegato un giradischi Dual 1019 (testina Shure M75) in Grundig zarge.
I tre dischi volutamente diversi che si sono susseguiti sul piatto (James Taylor, Led Zeppelin, Porcupine Tree) hanno evidenziato quanto piacevole, pur non essendo certo il miglior stadio Phono di sempre, sia questa catena. E la 400 si conferma un due vie di classe, dettagliato, musicale e “potente” come pochi del suo litraggio.
Ore 11:30
Mentre anche gli ultimi partecipanti fanno ingresso in sala, né approfittiamo per far riposare le orecchie e spegnere l’arsura delle gole con dell’ottimo prosecco beverino gentilmente offerto dall’amico Corrado e ci prepariamo all’ascolto del secondo macro-setup: quello composto cioè dal compattone Studio 2240, al quale va l’incombenza di pilotare le stupende sfere “top” di casa Grundig (audiorama 8000, 4000 e 5000).
Piccola parentesi: per l’occasione abbiamo fatto di tutto per poter sperimentare un ascolto in quadrifonia, con tanto di testina Shibata e di ovvi dischi appositi. Purtroppo, nonostante gli sforzi tecnici di chi ci sa metter le mani, il 2240 presenta un problema al selettore che ci ha impedito quel tipo di funzione.
Senza scoraggiarci d’animo, apriamo le “danze sferiche” con le 8000 (sulla carta particolarmente indicate a sonorizzare un ambiente così ampio). I brani selezionati si susseguono rapidamente e, data la peculiarità “omnidirezionale” dei diffusori e complice la fisiologica bisogna di rifocillarsi, più di un partecipante nel frangente si alza e si fa un giro per la sala, potendo quindi anche apprezzarne ulteriormente le caratteristiche (tra le quali, non ultima, un basso molto corposo a lieve discapito di minore trasparenza rispetto alle sorelline).
In questa tranche di ascolto, oltre alla compilation digitale, abbiamo potuto apprezzare anche dei “fuori programma” su richiesta.
Ad esempio alcuni brani tramite openSpotify e I-Pad (in assoluto, comprensibilmente, la peggiore sorgente ivi presente), Pink Floyd su vinile e alcune tracce di musica classica (la Carmen, Nessun Dorma, ecc…), nonché sperimentare anche l’ascolto stereo con 4 diffusori in contemporanea (laddove sia le 4000 che le 5000 hanno molto positivamente impressionato un po’ tutti).
Ore 14:00
Finalmente arriva il maitre ad annunciare il buffet, propedeutico a rifocillare corpo e pure spirito (anche in senso morigeratamente “etilico”…) oltre che a riposare le orecchie e prepararsi al rush finale.
Il banchetto è ricco di tanto buon cibo e vinello, come tanta è la voglia di convivialità. Si respira davvero un’aria amicale e rilassata, con quella punta di goliardia a rendere il momento ancora più gustoso.
Ore 15:00
La sala Dorsoduro ci raccoglie per il secondo round di questa splendida giornata (anche in senso meterelogico: minacciava pioggia ma siamo stati graziati…). A riaprire le danze, uno dei momenti più interessanti dell’incontro.
Giovanni Saoner, restauratore appassionato di valvole, richiama la nostra attenzione con un set-up sperimentale che merita davvero un plauso speciale: 2 radio Grundig mod. 5040w3d di metà anni ’50, riportate sapientemente in stato di grazia dal suddetto, a far da canale dx e sx collegate ad un semplice laptop.
Il colpo d’occhio è suggestivo, coadiuvato anche da una bella istallazione (quadro su vetro) di Eran (Amar) Shokroun (artista israeliano le cui opere si ispirano alla musica che ama).
E mentre scorrono sia estratti dalla compilation ad hoc sia altri brani (Sade, Capossela, ecc.) l’impressione generale sembra quella di essere immersi in un ascolto sicuramente diverso, senza alcuna velleità di competere sui soliti parametri ma di certo magico e “senza tempo”.
Ore 15:45
Giungiamo al rush finale del meeting.
E l’onere di chiudere la sessione lo abbiamo lasciato a 3 all time best sellers (in ordine di “apparizione” 2500 a professional, 850 a professional, Audioprisma 703), pilotate da probabilmente l’amplificazione più convincente del lotto, ovvero quella del RPC600TP.
Le prime a “cantare” non deludono le aspettative sulle loro peculiarità. AC/DC e Youngblood Brass Band, a volumi volutamente sostenuti, riempiono la sala con una pressione sonora notevole ma senza rinunciare alla musicalità tipica del brand.
Le seconde a salire on stage si stagliano tra le più precise nel rimandare ogni frequenza. Molto piacevoli soprattutto sulle voci e in brani meno saturi.
Dulcis in fundo, arrivano le “vecchiette” (le mie preferite e…. non solo le mie!…), le quali a mia memoria non hanno mai deluso in nessun ambiente, contesto, abbinamento, ecc…
Le 703 hanno dimostrato di essere a loro agio con i Porcupine Tree quanto con Dave Brubeck e, menzione speciale, di saper sublimare il segnale del Dual 1239 integrato nel glorioso “compattone” sulle note della lisergica “No Quarter” (Led Zeppelin) o della sognante “Something in the way she moves” (James Taylor).
Sono oramai le 17:00 e, come da programma, si spengono luci ed interruttori. Ma non le emozioni. Pian piano la sala si svuota e, nel riporre le elettroniche e nel salutare gli intervenuti, persiste la sensazione di aver contribuito ad un evento davvero riuscito.
Un meeting diverso dai precedenti ma altrettanto valido.
Un’occasione, per la prima volta concreta, di dedicarsi con ordine e metodo alla miglior produzione del marchio, senza eccessive divagazioni ma mai respirando aria di “fredda sacralità”.
La domanda che mi farei io al posto vostro a questo punto sarebbe “ma davvero è andato tutto nel verso giusto?”…
Beh… Ovviamente, fuor di becera autoreferenzialità, la risposta è “no”.
Di certo ci sono mancati alcuni elementi del gruppo, il cui apporto tecnico e umano avrebbe ulteriormente arricchito il tutto ma che “causa forza maggiore” non son potuti venire.
Così come ci saremmo aspettati di instillare interesse in qualche “neofita” in più. Sicuramente però non ci sono mancati i “detentori della verità suprema”, la caciara, la confusione ed altri risvolti negativi visti e vissuti in passato.
Non resta quindi che augurarci che ci saranno presto i presupposti per una nuova occasione di incontro a tema.
Ancora una volta diversa. E, perché no, migliore.
Alla prossima!
Grazie veramente della bella giornata , siamo un bel gruppo con una passione comune , perfetta l’organizzazione , ho visto e sentito apparecchi Grundig che non conoscevo bene , ciao a tutti
Complimenti vivissimi agli organizzatori anche da chi non ha potuto intervenire: il programma era così pieno ed interessante che mi ha lasciato un enorme rimpianto per la mia mancata presenza. Non sarà facile in futuro fare un meeting così ben organizzato.