Avevo in mente di scrivere questo articolo da qualche tempo, giusto per riferire il comportamento di altre testine diverse dalle Shure montate in origine, che per molti utenti si sono dimostrate molto affini al braccio dei Dual in Grundig Zarge: ora dopo la decisione di qualche settimana fa della Jico di sospendere la produzione degli stilo in versione SAS (ovvero con cantilever in boro e diamante con taglio microridge), è diventato urgente e doveroso pubblicarlo.
Ebbene dopo aver navigato nelle profondità del web ed esplorato i più reconditi forum anglo-sassoni e non, la risposta è positiva, anche se la vita trovata oltre le SASsy Shure è spesso più costosa (ma non sempre come leggerete innanzi).
Prima di tutto vorrei precisare che, stando a quanto comunicato dalla Jico, la sospensione della produzione degli stilo SAS è dovuta al venir meno della possibilità di approvvigionamento di uno degli elementi essenziali costituenti questi stilo. Sorvolando tutte le speculazioni fatte su questa spiegazione, vale la pena sottolineare che la stessa Jico sta cercando soluzioni alternative al fine di poter tornare a produrre stili di ricambio comunque diversi dagli SAS, ma di qualità il più possibile similare. Diciamo quindi che più che un addio definitivo, sembra essere un arrivederci a quando saranno trovate soluzione diverse ma di qualità non inferiore.
Come sanno tutti coloro che hanno già letto i miei quattro precedenti articoli della serie “Dual in Grundig Zarge + SASsy Shure, la Jico ha prodotto, fino a qualche settimana fa, stilo di ricambio di qualità elevatissima per la totalità delle testine Shure fornite in origine sui giradischi Dual utilizzati dalla Grundig, sia nei propri compatti che come giradischi- componente singolo, una qualità di gran lunga superiore a quella degli originali.
Vorrei ricordare una volta di più che gli stilo SAS a circa 170 euro (135$ + Sped e dogana) costituivano comunque un grande affare: una moltitudine di utenti dei forum americani attestavano che una SASsy Shure viene ad avere prestazioni pari alle migliori MM attualmente in commercio: già nel 4° capitolo della serie Dual In Grundig Zarge, avevo citato una persona che la ritiene superiore a moltissime MC fino a 2.000 euro, qui potete leggere un parere di chi dice che una M95ED SAS suona praticamente come una Ortofon 2M black (che oggi costa dai 500 ai 550 euro), quindi in termini economici si può ben dire che si spendeva 1 per ottenere una qualità pari a 3, insomma hanno costituito un rapporto qualità prezzo, veramente imbattibile.
Come detto più volte questa soluzione costava circa 160-170 euro: quindi una prima precisazione riguarda le alternative che si possono trovare entro questa fascia di prezzo, poi altre di prezzo superiore.
Alternative entro i 170 euro
- Aggiornamento testine Shure
Rimanendo in casa Jico, voglio ricordare a tutti che essa rende disponibili, oltre agli stilo con lo stesso taglio delle originali Shure (ovvero conico o ellittico), anche lo stilo iperellittico HE per quelle testine che erano state aggiornate a tale tipo di stilo nell’era IV (1979-1983), ad un costo di circa 85 dollari più le spese di spedizione e di IVA in dogana (quindi per un totale di circa 110 euro).
Le testine in questione sono quelle della famiglia M75, M95 e V15 III°. Parimenti, se avete una una V15 IV° ovviamente esiste anche per questa il ricambio HE (visto che era il taglio del diamante che aveva di serie): in questo caso però il prezzo sale a 133 dollari più spedizione e dogana, perchè c’è anche lo spazzolino pulisci-disco antistatico.
Se avete notato, manca quindi una famiglia del catalogo Shure con cui venivano forniti tutti i 1219 e 1229, ovvero quella della serie M91; in questo caso Jico non può venirci in aiuto (se non per i normali conici od ellittici), ma il rivenditore americano “LP Gear” mette vendita uno stilo HE per la serie M91 della ditta Vivid Line che costa esattamente come gli HE della Jico (83 dollari) e che ha raccolto ottime recensioni fra gli utenti d’oltre oceano.
Per fare un esempio, qui l’utente “DualSpinsMyVynil” (un nickname che è tutto un programma – Dual suona i miei vinili) specifica che il suo stilo suona esattamente come il Jico SAS, quindi non si dovrebbe cascare male: il suo parere è doppiamente utile perchè riferito ad un confronto fatto sui Dual serie 12xx.
Qui sotto pubblico una tabella aggiornata per l’aggiornamento di tutte le famiglie Shure rimarcate e montate sui giradischi Dual 1219, 1229 e 1249.
TESTINA | CORRSIP. | PESO | CEDEV. | STILO | STILO | ST. JICO | Miglior alt. | COLORE |
DUAL | SHURE | Gr. | (IN CU) | DUAL | SHURE | NORMALE | a JICO | |
D105ED | M95ED | 6,5 | 25 | DN362 | N95ED | N95 E | GIALLO | |
ND | N95HE | N95HE | N95HE VL | GRIGIO | ||||
M95G-LM | M95G | 6,5 | 25 | DN360 | N95G | N95G | GRIGIO | |
DN362 | N95ED | N95E | GIALLO | |||||
ND | N95HE | N95HE | N95HE VL | GRIGIO | ||||
DM103 M-E | M91ED | 5,5 | 30 | DN354 | N91ED | N91ED | N91HE VL | GIALLO |
DM 101 M-G | M91GD | 5,5 | 30 | DN340 | N91GD | N91GD | ROSSO | |
DN354 | N91ED | N91ED | N91HE VL | GIALLO | ||||
DM95 TYPE G | M75G T.2 | 6,5 | 30 | DN365 | N75 GT2 | N75 G2 | GRIGIO | |
ND | N75 ED2 | N75ED | ||||||
ND | N75HE | N75HE | N75HEVL | GR. CH. | ||||
M91 MG-D (a) | M91G | 5,5 | 25 | DN330 | N91G | N91G | GRIGIO |
Legenda: nella prima riga trovate lo stilo di serie e le sue alternative equivalenti, a scendere le alternative migliori
Qui potete acqistare la N95HE VL e qui potete acquistare la N91HE VL , veramente interessante per gli estimatori della serie M91.
Riassumendo, possiamo quindi dire che attraverso Jico o LP gear, è possibile aggiornare le fasmiglie M75, M91, M95, V15 III e IV con stilo He iperellittici, che, a quanto sembra, rendono comunque il 90 o addirittura il 95% degli stilo SAS Microridge, con una spesa di circa 85 $ più dogana e spedizione, quindi piuttosto ragionevole. Le uniche famiglie di testine Shure non aggiornabili con stilo HE, sono quelle originariamente montate negli anni ’60, ovvero le M44 ed M55: per queste sono comunque presenti stilo ellittici Jico con prezzi assolutamente modici. Per questo motivo, anche se non possiamo portarle a livelli di qualità assoluti, i loro numerosissimi estimatori possono stare tranquilli che non moriranno con lo stilo che stanno usando attualmente.
Adesso andiamo a vedere cosa possiamo trovare al di fuori delle Shure più o meno aggiornate.
– Una gradita sorpresa
Dovete sapere che in un cassetto di casa mia giace da oltre un decennio un corpo testina Grado Black con il cantilever strappato. Sapendo che tutti i corpi Grado della serie Prestige sono uguali, ne discende che si possono aggiornare con lo stilo migliore che ci possiamo permettere. La Grado Black 1 era ed è la testina base della serie (costo circa 70 €), sopra di essa, si possono comprare, in ordine di qualità crescente:
Grado Blue 1 € 80
Grado Red 1 € 100
Grado Silver 1 € 130
Grado Gold 1 € 180
In tutti i casi sopraelencati, come già detto, il corpo è lo stesso, mentre lo stilo è via via sempre più sofisticato ed esteticamente si riconosce dal colore di due punti posti in basso sui due fianchi del corpo (nella foto in alto è infatti di colore oro): in realtà tre sono i livelli di qualità: Black, Blue e Silver.
Il Red non è altro che un Blue selezionato, che risponde quindi perfettamente alle specifiche della casa, idem per il Gold, che è un Silver selezionato dal controllo qualità Grado.
In generale Grado è una marca che è osannata oppure odiata un po’ come la Shure, ed anche per gli stessi motivi. Gli estimatori del marchio ne mettono in risalto le caratteristiche di estrema musicalità, del saper rendere le voci umane come nessun altra testina (ovviamente nelle rispettive fascie di prezzo), mentre i detrattori ne lamentano la mancanza di dettaglio sulle alte. Anche l’ammiraglia della serie Prestige, la Gold 1 è soggetta a questi pro e contro.
Due mesi fa ho scoperto che negli USA, visto che ufficialmente sono venduti solo in quel paese, si parla non bene, ma benissimo di ulteriori due stilo che, utilizzati negli anni ’90 per le testine Grado in commercio in quel periodo, sono stati rimessi in produzione perchè è possibile montarli senza alcun problema sui corpi della serie Prestige in vendita da almeno 15 anni, quindi con una base potenziale di acquirenti piuttosto ampia. In ordine di costo:
a) Grado 8MZ $ 150
b) Grado MCZ $ 200
Le testine Grado essendo di tipo a ferro mobile, hanno la particolarità di essere praticamente indifferenti al carico capacitivo (non dobbiamo più preoccuparci della capacitanza dei cavi di segnale e del pre-phono), ma ovviamente, come tutte le altre MI ed MM sono sensibili all’impedenza, che, come tutti sappiamo, in generale per le MM è fissata a 47 Kohm. Ho fatto questa premessa perchè lo stilo di maggiore qualità e costo, l’MCZ se montato nei corpi Prestige attuali, piuttosto che nel suo originale degli anni ’90, ha una risposta sulle alte frequenze piuttosto stridente (vi ricordate del picco di risonanza sugli alti di cui vi avevo parlato qui al paragrafo dedicato alle testine Shure delll'”Era V”): per farlo tornare ad una risposta piatta e goderne delle sue eccellenti qualità, bisogna trovare uno stadio phono che permette di regolare l’impedenza di carico ed abbassarla a circa 10 Kohm.
Quindi diciamo che il suo acquisto, oltre che comportare un maggiore esborso, bisogna prevedere anche di comprare uno stadio phono MM particolarmente versatile con la possibilità di regolare l’impedenza di carico, cosa che prevede un ulteriore spesa, superiore sicuramente ai 200 euro.
Per fortuna nessuno di questi problemi si palesano con lo stilo 8MZ: con questo stilo, parafrasando il titolo di un famoso film italiano degli anni ’70, i corpi Prestige, che sono la classe operaia della gamma Grado, vanno letteralmente in paradiso.
Pur costando (non so per quanto ancora , visto che sui forum americani è una cosa ormai largamente risaputa) esattamente come lo stilo Gold 1 (150 $ negli USA), la sua resa è di gran lunga superiore a quest’ultimo, e porta l’accoppiata Grado corpo Prestige + stilo 8MZ a livelli superiori delle Grado Reference Platinum 1(del costo superiore ai 300 euro) e molto vicina a quella della Grado Reference Sonata 1 (del costo di oltre 600 euro).
Con questo stilo spariscono tutte le osservazioni fatte alla Grado Gold e rimangono, ulteriormente migliorate, tutte le caratteristiche positive.
Negli USA c’è un consenso generale nel descriverne il suono come uno dai bassi profondi, dai medi di grandissima qualità, come nella tradizione della casa, e degli alti con una buona capacità di restituire dettagli, ma con una musicalità di livello assoluto. Come se non bastasse anche il palcoscenico si eleva ben al di sopra di quello delle Grado Gold ed arriva a livelli di qualità eccellente.
Qui potete leggere qualcosa in proposito, leggete i paragrafi “Grado Red – 8MZ stylus” e “Grado Gold – MCZ stylus” (in quest’ultimo il recensore parla della necessità di variare l’impedenza di carico come sopra descritto)
A questo punto tutti voi vi domanderete come le testine Grado si sposino con i bracci dei Dual in Grundig Zarge, ma qui la risposta è semplice ed immediata: in una parola, ottima, se non perfetta. Con una cedevolezza di tipo medio (20 cu) ed un peso di 5,5 gr (che diventeranno almeno 6,5 con le viti di montaggio) un qualsiasi corpo Grado serie Prestige con lo stilo 8MZ va a nozze con i Dual 1019, 1219, 1229, 1249 ed anche con i 701 e 721.
Come dicevo prima, a questo va aggiunto che i corpi Grado della serie Prestige hanno un ulteriore vantaggio: sono del tutto insensibili alla capacitanza.
Probabilmente molti di voi hanno sentito parlare del problema del fatto che le Grado non sono per niente schermate e che quindi con alcuni giradischi, che hanno il motore a sua volta non schermato, e magari posizionato vicino all’arco descritto dalla testina durante il tracciamento del disco, succede che oltre alla musica viene trasmesso un bel ronzio agli altoparlanti (basta fare una ricerca su google con “Grado hum” e vi renderete subito conto di cosa sto parlando).
Con i Dual top di gamma non avviene niente di tutto questo (altro discorso per i modelli inferiori, come gli 12×4, 12×5 ed 12×6) probabilmente per questi due motivi:
1) il motore dei Dual 1019, 1219,1229 e 1249 è evidentemente schermato (per garantirne la compatibilità con l’universalità delle testine in commercio, del resto non erano i top di gamma a caso).
2) Il motore dei Dual è posto abbastanza lontano dall’arco che disegna la puntina quando traccia gli LP.
Sono molti gli utenti americani che hanno sperimentato le testine Grado + stilo 8MZ sui Dual 1019 – 1219 – 1229, e tutti ne parlano molto bene, al punto che uno di loro su AK (utente Sberger) ha iniziato una discussione con questo lusinghiero titolo “Grado and Dual…Match made in listening heaven” , ovvero “Grado e Dual…un incontro fatto nel paradiso degli ascolti”. In ogni caso come si sa, una rondine non fa primavera, ed allora io mi sono rivolto in privato ad un’altro utente del forum AudioKarma (Beatcomber), a noi già conosciuto, innamorato dei giradischi a puleggia, (possiede un Thorens TD-124, un Dual 1019 ed anche un 1219) che ha una Shure M91 ED SAS ed anche una Grado Prestige con stilo 8MZ, chiedendogli quale delle due soluzioni preferisce sui Dual e se è mai incappato nel problema del ronzio.
La sua risposta è stata parimenti a favore dell’accoppiata Grado Prestige + stilo 8MZ rispetto alla pur eccellente Shure M91ED (DM 103 M-E in casa Dual) + stilo N91 ED Jico SAS, fondamentalmente per le stesse qualità sottolineate poco più sopra, in particolare la musicalità e la setosità degli alti, e del migliore palcoscenico, da lui definito “olografico”, ed ha confermato che non ha mai riscontrato alcun problema di ronzio.
Non mi stancherò mai di scrivere di non prendere MAI per oro colato le impressioni di utenti sparsi nel mondo riportate nei miei articoli, verificate di persona: ma credo che se farete una ricerca “Grado 8MZ reviews”, difficilmente troverete qualche parere negativo su questo stilo.
Tenete presente che per beneficiare delle qualità dello stilo 8MZ vi basta entrare in possesso di un qualsiasi corpo Grado Black usato, che si può trovare a quotazioni veramente modiche. infatti l’attuale Grado Black 1 nuova costa circa 70 euro, quindi sull’usato non si doverebbero spendere più di 50 euro. Inoltre qui potere trovare una tabella di corrispondenza fra i vecchi corpi Grado degli anni’ 70, 80 e 90 compatibili con gli attuali stilo Prestige e 8MZ ed anche MCZ, che a loro volta spesso si trovano a buon prezzo.
A molti di Voi non sarà sfuggito che dicevo che ufficialmente tale stilo è in vendita solo negli USA: in realtà in Europa lo potete trovare qui a 170 euro: in caso questo negozio online olandese dovesse smettere di venderli, rimane sempre aperta l’ipotesi di chi ha conoscenti o parenti negli USA non avrà problemi a farseli comprare da loro e poi farseli spedire in Italia.
- Il “caso” Audio Technica 440 MLA / MLB
Poichè stiamo parlando di un costo intorno ai 170 euro, spesso e volentieri quando nei forum qualche utente chiedeva come aggiornare le proprie Shure, spesso andava incontro a due risposte: la prima, propugnata dai sostenitori della Shure, era classicamente quella di comprare un stilo SAS, mentre la seconda, propugnata da utenti avversi al suono Shure, era quella di comprare una testina moderna, nuova con uno stilo con lo stesso taglio degli stilo SAS, ovvero la Audio Technica AT-440 Mla con taglio Microridge (ma con cantilever normale in alluminio, non in boro), dal costo piuttosto simile, ovvero intorno ai 200 euro (ma ora a 170 dopo l’ultima svalutazione dello Yen).
I due gruppi di consiglieri si sono sempre fronteggiati aspramente: i primi rinfacciando ai secondi che il suono della 440Mla è sicuramente super dettagliato con una ottima tracciabilità come le SASsy Shure, ma ridicolmente sbilanciato sugli alti ed in definitiva piuttosto “magro” e poco musicale, i secondi rinfacciando ai primi che comunque una testina attualmente in produzione dà più garanzie per i ricambi in futuro e che non è per loro possibile rinunciare al super dettaglio.
Io personalmente penso che i secondi appartengano a quella schiera di persone che si sono avvicinate al mondo del vinile dopo gli anni ’80, avendo avuto come “imprinting” il solo suono del CD, al contrario dei primi che probabilmente, essendo nati negli anni ’60 o prima ancora, hanno avuto come imprinting il suono del vinile.
L’anno scorso Audio Technica ha aggiornato la suddetta testina, si dice cambiando il cantilever (probabilmente per attenuare il picco di risonanza sugli alti), che ora si chiama AT 440 MLB.
Ebbene sembra proprio che questo aggiornamento sia stato dettato dall’intenzione della casa giapponese di correggere almeno in parte il bilanciamento tonale della suddetta testina, rendendolo più equilibrato, in modo da assomigliare maggiormente al modello che sta sopra la 440 MLB, ovvero la top della sua gamma di testine a magnete mobile AT150 MLX. Leggendo le impressioni di utenti che l’hanno acquistata, in questa ultima versione sembra che vi siano riusciti; rimane sempre una testina dal carattere “chiaro”, come si dice spesso in gergo, ma non più palesemente sbilanciata come la precedente versione MLA.
Voglio precisare che mi sono imbattuto in utenti che hanno riferito che in realtà la vera concorrente in casa Audio Technica delle SASsy Shure è comunque solo la 150 MLX (costo attuale 300 euro online), questa sì con un bilanciamento tonale ottimale come quello delle SASsy Shure. Anche se il taglio dello stilo è sempre il famoso Microridge, qui ridenominato Microline, il motore della 150 è diverso dalla 440 (induttanza diversa, peso della testina completa maggiore), il cantilever è in boro (come gli SAS) invece che in Alluminio. Preciso questo poichè troverete molte discussioni sul web dove si consiglia di comprare la 440, perchè tanto poi è aggiornabile con lo stilo della 150 MLX, avendo lo stesso attacco. Questo è fisicamente assolutamente fattibile, ma uno stilo ATN 150 montato su una 440 non suonerà come nella sua testina originale.
Al conrario,lo stilo della 440 MLB si può montare su due testine che hanno lo stesso corpo della 440, anche se colorato in modo diverso (mica stupidi, quello del marketing), ma che sono notevolmente più economiche, avendo appunto stilo con diamanti di taglio meno sofisticato.
La testina entry-level è la AT 100E con cantilever in alluminio e diamante taglio ellittico che costa circa 70 €, quella successiva con diamante “Nudo” ellittico (la stessa differenza che c’era fra la M91E e la M91ED in casa Shure) denominata AT 120EB che costa circa 120 € online.
Lo stilo di ricambio ATN 440 MLB per aggiornare successivamente queste testine si trova online dai 120 ai 130 euro, mentre se volete comunque provare lo stilo top (anche se, ripeto, non suonerà come sulla sua testina originale) ATN 150 MLX l’esborso che vi sarà richiesto è di circa 230-240 euro.
Ma come si adattano queste Audio Technica con i Dual? In questo caso non ho letto di casi di utenti che le hanno utilizzate sui loro Dual, sembra proprio che le Audio Technica non siano molto amate dai possessori dei modelli Dual che interessano a noi.
Tuttavia dal punto di vista meccanico dovrebbero funzionare bene, nel senso che i dati dichiarati di cedevolezza (tra gli 8 ed i 10 cu, ma questo valore va raddoppiato perchè i giapponesi dichiarano questo dato rilevato alla frequenza di 100 hz invece che a 10hz – come fatto dai produttori del resto del mondo – ed il rapporto di conversione è appunto di circa 2 a 1) e peso della testina, incrociati con la famosa tabella fornita dalla Dual nella brochure dei 1219/1229, portano ad un punto di risonanza sui bassi che rientra nel famoso range ottimale compreso fra gli 8 e gli 11 HZ.
Inoltre questi stilo Audio Technica, hanno dalla loro tutti ottime caratteristiche di tracciabilità (meno quello basico ATN 100E), che raggiungono l’eccellenza con le versioni ATN 440 MLB e ATN 150 MLX.
Se avete problemi di IGD (Inner Groove Distorsion = distorsione sulle tracce più interne del disco) con questi stilo ve ne libererete definitivamente.
Il problema nasce dal punto di vista elettrico, infatti sono tutte testine che sono raccomandate per un carico di capacitanza compreso fra i 100 ed i 200 pf, quindi al di sotto sia della capacitanza dei cablaggi dei Dual originali (circa 250 pf), che dei modelli 1019, 1219 e 1229 rimarcati dalla Grundig (di circa 400 pf).
Tuttavia bisogna fare questa considerazione: cosa accade alla risposta in frequenza di una testina se caricata con una capacitanza superiore a quella consigliata? Avviene una attenuazione degli alti: quindi potrebbe anche accadere che, poiché le Audio Technica sono famose per essere testine piuttosto aperte, a volte fin troppo per molti, sugli alti, se montate sui Dual di cui stiamo parlando, acquistino un bilanciamento tonale più simile a quello di chi è abituato ad ascoltare le Shure. Per scoprirlo conviene quindi cominciare dal modello più economico da 70 euro, sarebbe triste spenderne 300 per la AT150 MLX e scoprire che il suono risultante è troppo attenuato sugli alti.
Se vogliamo fare a questo punto un piccolo riassunto possiamo porre l’accento sui seguenti aspetti:
a) Le SASsy Shure hanno una qualità di riproduzione paragonabile alla top di gamma MM Ortofon la “2M Black” (550 euro) ed alla top di gamma MM di Audio Technica, la 150 MLX (costo 300 euro).
Mi sembra quindi evidente che lo stilo SAS ha rappresentato, per chi lo ha affrontato, un investimento con il rapporto qualità/prezzo veramente encomiabile.
b) tuttavia con una spesa intorno ai 100-110 euro complessivi con gli stilo HE possiamo avvicinarci tantissimo alla resa dei Jico SAS.
c) con una spesa appena superiore ai 200 euro potremmo scoprire un rendimento simile in alcuni parametri alle Sassy Shure ed addirittura superiore in altri entrando nel mondo Grado.
d) E’ possibile, con una spesa che parte da 80 euro circa entrare nel mondo delle testine Audio Technica 100/120/440, che sono facilmente migliorabili con stilo tutti compatibili con il corpo della testina entry-level, tenendo presente però che per avere la resa delle SASsy Shure bisognerebbe spendere 300 euro per la AT 150 MLX.
A questo punto, prima di esplorare altre possibili alternative, ci concediamo una pausa musicale proveniente dal 1970.
A quell’epoca mio padre, acquistò un’auto più unica che rara, in quanto costruita da una marca tedesca che si era estinta due anni prima con la sua acquisizione da parte della BMW: era un’auto dall’aspetto piuttosto importante per quei tempi, si chiamava Glas GLS 1700TS, e nel 1969 ne furono vendute due in Italia, probabilmente come rimanenza di magazzino.
Mio padre acquistò usata di un anno una di quelle due, ovviamente ad un prezzo assolutamente di favore: in famiglia avevamo praticamente una fuoriserie……
Ebbene, forse perchè incoraggiato dalle buone entrate del locale che stava gestendo (la cui storia ho raccontato qui) fece montare un sistema radio + cassette anch’esso rarissimo. Era composto da una prima unità solo autoradio più una seconda unità che faceva da mangianastri (collegata alla prima), che aveva l’incredibile funzionalità di registrare. Nella foto qui sotto (presa dal catalogo olandese Philips del 1970), che rappresenta la sola unità mangianastri che si collegava ad una normale autoradio, vedete anche la presa frontale DIN per il microfono, cosa che rendeva quel sistema unico al mondo.
Qualche anno fa vidi la notizia che la Aston Martin appartenuta a Paul McCartney era stata messa all’asta, con la particolarità di avere montata l’unica autoradio con mangianastri separato che poteva anche registrare: ne deriva che nel 1970 mio padre e Paul McCartney avevano qualcosa in comune, quel lettore mangianastri Philips che poteva registrare da microfono, anche se ancora oggi mi domando l’utilità pratica di quella soluzione.
Ricordo ancora l’emozione di quel tardo pomeriggio del mese di Febbraio 1970 quando, anche se ormai nell’oscurità, praticamente prima di cena, mio padre, di ritorno a casa, presentò questa nuova “misteriosa”, ma prestigiosa auto in famiglia.
Insieme all’impianto autoradio il rivenditore la dotò di due musicassette preregistrate che mi si fissarono nella mente, poiché diventarono la colonna sonora di tutti i nostri viaggi in auto di quel periodo; la prima era la colonna sonora ufficiale del musical che ebbe un enorme successo a Broadway alla fine degli anni ’60, “Hair”, omaggio al movimento hippy e soprattutto inno contro la guerra del Vietnam: la seconda era probabilmente una raccolta di successi del gruppo brasiliano “Sergio Mendes ed i Brazil 66” in cui era contenuta la prima delle hit che lo resero famoso in tutto il mondo, ovvero “Mas que nada”
Dalla colonna sonora originale dell’opera teatrale “Hair” vi propongo il titolo più famoso, le due canzoni mixate in una “Aquarius – Let the sunshine in” eseguite dal gruppo “The Fifth Dimension”
Ancora oggi, memore di quei viaggi che erano sempre fascinosi per un bambino di 8 anni, aldilà della loro destinazione, se ascolto questo pezzo mentre sto guidando in autostrada, al momento in cui scatta “Let the Sunshine in”, mi viene l’istinto irrefrenabile di schiacciare ulteriormente l’acceleratore, in modo che l’aumentare della velocità venga a rappresentare una fuga della realtà ed allo stesso tempo un repentino breve tuffo nei ricorsi di quell’infanzia per me particolarmente fortunata.
Nel 1979 il musical Hair fu portato sul grande schermo dal regista americano di origine cecoslovacca Milos Forman in modo magistrale: voglio riproporvi le sequenze del film musicate da Aquarius. In questa scena, attraverso gli occhi di uno dei protagonisti (interpretato dall’attore John Savage), proveniente da una famiglia benestante, si assiste alla metafora dello scontrarsi degli ideali di libertà ed anticonformismo, di ribellione verso l’establishment, di una morale sessuale più libera, meno ingessata dalle tradizioni – incarnati dai balli dei ragazzi hippy (persino i cavalli si ribellano all’ordine costituito qui rappresentato dai poliziotti) – con il richiamo di quello che sarebbe per lui, studente modello, sicuramente un radioso futuro nello stesso establishment, qui rappresentato, in modo addirittura sensuale, da ragazze dell’alta borghesia americana in sella ai loro cavalli a spasso in Central Park. Notate il movimento sinuoso delle ragazze mentre cavalcano, magistralmente rallentato dal regista per accentuarne la sensualità cui accennavo prima. Vorrei rimarcare anche l’uso ed i movimenti della cinepresa, veramente bellissimi.
– Testine Vintage (Ortofon) per giradischi vintage (Dual)
Tornando al nostro viaggio alla ricerca di eventuali alternative alle SASsy Shure adatte ai nostri Dual in Grundig zarge, ci sono altre strade da esplorare.
L’ultima di cui vi parlerò in questo articolo (di altre strade ne parlerò in un secondo articolo) è resa agevole dal rivenditore tedesco William Thakker che probabilmente è riuscito a rilevare tutti i magazzini pieni di testine Ortofon vintage NOS, ovvero “nuove di magazzino”.
Presso di lui si possono trovare le intere gamme delle seguenti serie:
Ortofon Super OM, Serie 5xx Mk2, serie Vynil Master: queste serie sono interessanti perchè tutte perfettamente compatibili sia meccanicamente che elettricamente con i nostri Dual. Tutte, nelle varie versioni hanno stilo con cedevolezza medio-alta e tutte raccomandano, come carico di capacitanza, un intervallo compreso fra i 200 ed i 400 pf: neanche a farlo apposta, quello in cui si trovano i Dual nelle varie versioni, originali e non, quindi sono partner perfette per i Dual 1219,1229,1249, 601, 701, 704 e 721.
La serie più interessante di tutte ai miei occhi appare essere la Super OM per alcuni motivi:
- Il primo, più importante è che, nonostante la serie sia nata nel 1979 e sia uscita di produzione solo pochissimi anni fa, gli stilo di ricambio sono ancora in produzione.
- Il secondo è che ha la non comune caratteristica di venire fornita con una “zavorra” per avere un peso finale di 5 gr., ma, se l’accoppiamento col braccio non sembra ottimale, si può sempre toglierlo ed avere alla fine un peso totale di soli 2,5gr.
- Come altre della gamma Ortofon, è una serie in cui il corpo è sempre uguale, quello che cambia è la qualità dello stilo.
Inoltre la serie OM nasce nel 1979 insieme ai giradischi Dual dotati di bracci a massa ultra-bassa, ovvero la serie ULM (ultra-low mass): qui veniva fornita nella versione di 2,5 gr.
L’ultima gamma Super OM (erede delle OM del 1979) commercializzata dalla Ortofon è così composta:
- OM Super 10: diamante taglio ellittico € 70,00
- OM Super 20: diamante “Nudo” taglio ellittico € 180,00
- OM Super 30: diamante classe “iperellittico-Shibata” ribattezzato da Ortofon “Fine Line” € 250,00
- OM Super 40: diamante classe “esotico-Microridge” del tipo Fritz Geiger 70 € 300,00
Anche l’accoppiata testine della serie Super OM – Dual sembra essere un classico e sono molti gli utenti anglo-sassoni che ne tessono le lodi.
La Super OM 20 raccoglie già eccellenti recensioni, mentre molti dicono che per avere il massimo è meglio fermarsi alla Super OM 30, in quanto la 40 è fin troppo spietata con i dischi men che perfetti: ma questo lo sappiamo, i tagli della classe “Microline” richiedono un allineamento assolutamente perfetto, altrimenti sono dolori.
Per raggiungere risultati paragonabili alle SASsy Shure bisogna arrivare però alla OM 30, con una spesa di circa 250 euro, comunque superiore a quella dei 170 che servivano per le prime.
SERIE VYNIL MASTER
Nel caso riteneste la moderna estetica della Serie OM troppo avveniristica ed in contrasto con quella dei Dual in Grundig Zarge, ci si può allora rivolgere alle serie Vynil Master e 500 che hanno, al contrario, una estetica massiccia decisamente vintage. Come potrete vedere nella tabella confronto con la serie 500 mkII pubblicata più sotto, le caratteristiche tecniche sono praticamente uguali a quelle della serie OM, segno che il motore sembra essere lo stesso, esiste qualche piccola differenza nelle caratteristiche attribuili allo stilo: un voltaggio di uscita leggermente inferiore alla serie OM (3 mV invece di 4 mv) ed una risposta in frequenza leggermente meno estesa: tuttavia cedevolezza e separazione fra i canali rimangono uguali, persino il peso (se confrontato con quello zavorrato OM).
Nella serie Vynil Master manca la versione base con il taglio solo ellittico che si chiamava “White” ora andata esaurita: altra cosa da sapere è che gli stili di ricambio non sono più in produzione ed anche se per ora si trovano, in futuro le cose si complicheranno, per cui acquistarne una equivale un po’ come acquistare una moving coil: esaurito lo stilo (salvo colpi di fortuna) si dovrà acquistare un’altra testina completa.
Come potrete notare nella tabella confronto più sotto, i prezzi degli stilo, essendo gli ultimi disponibili, si sono gonfiati a tal punto che raggiungono praticamente le quotazioni della testina completa.
SERIE 500 MKII
Vediamo ora la serie 500 mkII, l’ultima delle tre serie che prendiamo in considerazione di casa Ortofon.
Non chiedetemi le reali differenze fra la serie Vynil master e la serie 5xx mk2, azzardo che siano puramente estetiche e di nome semplicemente: qui sotto il confronto fra le due serie.
Come vedete i prezzi sono simili per tutte e tre le serie, a parità di qualità dello stilo: sicuramente le tre top di gamma con il taglio più sofisticato costando circa 300 euro appaiono convenienti, rispetto alla attuale top di gamma 2M black che costa circa 500 euro. Tuttavia costano pari alla attuale top di gamma Audio-Tecnica, che dalla sua ha sicuramente una più facile reperibilità degli stilo di ricambio per il futuro (ma una interfacciabilità elettrica non proprio ottimale, come visto prima), e comunque siamo ben al di sopra dei 200 euro della soluzione Grado e dei circa 110 della soluzione Shure + Jico HE.
Nonostante questo ho ritenuto importante accennare a queste serie della Ortofon per la loro piena interfacciabilità meccanica con i bracci Dual (ed anche elettrica per il carico capacitivo richiesto).
Per il momento la disamina dell’esistenza di vita oltre le SASsy Shure per i Dual in Grundig zarge si ferma qui: prima di lasciarci, come da tradizione in contributo musicale.
Conclusione in musica
Come detto sopra, due erano le musicassette che allietavano i viaggi della mia famiglia su quella strana auto tedesca nel 1970 e per qualche anno a venire: della prima (HAIR) vi ho già parlato, ma non posso sottacere della seconda, quella relativa ai successi di Sergio Mendes. Quest’ultimo è un compositore ma soprattutto arrangiatore brasiliano che aveva costituito un gruppo “Sergio Mendes and the Brazil 66”, che venne alla ribalta in tutto il mondo nel 1966 con il suo primo 33 giri grazie alla hit “Mas que nada” scritta da Jorge Ben.
Sergio Mendes non solo rielaborò a modo suo la bossa nova, ma ebbe il merito di riarrangiare in modo mirabile tutte le hit della seconda metà degli anni ’60, grazie anche alla voce delle due cantanti femminili, che, pur cantando in portoghese senza problemi, cantavano perfettamente in inglese perchè……erano americane.
Sergio Mendes propose uno stile musicale tutto suo ed oggi viene annoverato fra i più raffinati rappresentanti in assoluto del genere “Lounge Music”. A mio modesto parere ogni sua reinterpretazione delle hit dell’epoca aveva una originalità che meritava di essere ascoltata. Non mi dilungo oltre perchè mi sono proposto di scrivere un articolo dedicato proprio a questo gruppo, per il momento vi propongo due video: il primo non poteva essere che la hit che ha lanciato il gruppo in tutto il mondo, video bellissimo, vera icona del tempo in cui è stato girato. Fate posto nel Vs. salotto e lasciatevi trascinare dal samba di “Mas que nada”
Il secondo video lo ritengo adatto (ce ne sarebbero tantissimi altri) a far comprendere come ogni cover di Sergio Mendes, avesse una sua grandissima dignità anche di fronte all’originale, chiunque ne fosse l’interprete: dal 1968 Sergio Mendes rielabora “The fool on the Hill” dei Beatles (nientemeno!).
Non mi resta che congedarmi rimandandovi ad una futura seconda puntata su questo argomento.
Rimanete sintonizzati su Grundiglove.
RINGRAZIAMENTI:
Youtube.com per i contributi filmati
Vynilengine.com per le pagine tratte dai cataloghi Ortofon
Un altro Capolavoro!|
In rete si parla bene delle Nagaoka, da come vengono descritte il suono dovrebbe essere molto simile alle Shure.
Infatti delle Nagaoka ne parlerò nella seconda puntata.
Articolo enciclopedico. Grazie Luca
Leggendo (e complimentandomi per) questo dettagliato articolo mi è tornata in mente la testina che era montata sul mio piatto Marantz 6170 degli anni ’80…
Anche se di Grundig avevo solo l’amplificatore e le casse, il suono del giradischi era molto brillante e piacevole (non trovo altre parole per descriverlo). La testina in questione era una ADC VLM MKIII: mi sono sempre chiesto quali fossero i suoi pregi, per suonare (a mio avviso) così bene. Fu soltanto una casuale ma fortunatamente felice combinazione, oppure valeva effettivamente qualcosa, per esempio in confronto a queste citate nell’articolo?
Ciao Giovanni, le ADC erano testine a magnete indotto, invece che a magnete mobile (un pò come le Grado, ma non sono un tecnico): nella metà degli anni ’70 aveva in produzione le serie VLM, XLM e ZLM: penso che tutte avessero lo stesso eccellente corpo, mentre le consonante a salire indicava la qualità: la serie più famosa, forse perchè credo all’epoca costava come la Shure V15 III° ed era sua concorrente diretta, è la XLM. Era una testina eccellente, per molti decisamente migliore della V15 III° con il suo stilo originale. Probabilmente la VLM non era tanto distante dalla XLM. Quest’ultime in condizioni NOS negli USA vengono proposte ad oltre 200 $. Rarissime sono invece le ZLM, evidentemente ne furono vendute poche, per il loro costo.
Grazie “Supercolor” per la risposta, dalla quale scopro che ero all'”entry level” della serie ADC. Oggi che il piatto non ce l’ho più ma ho molto più tempo per “ragionarci sopra”, scopro che c’era e c’è veramente molta scelta, al punto da rischiare di uscirne confusi e… “spennati”, senza però la certezza di aver ottenuto il meglio dagli acquisti fatti. Servirebbero molti confronti prima di comprare qualcosa. Diciamo che forse la ADC per me suonava” così bene” ìanche perchè fa parte dei ricordi, condizionati da tutte le emozioni positive del periodo. Per certi versi, è un po’ come la tua bella storia della sala da ballo, anche se sono cose differenti.
Giovanni, sarà stata anche una entry level, ma come si evince dall’altissima considerazione che in tutto il mondo riscuotono le ADC XLM e ZLM era una entry level di grande classe, probabilmente superiore ad una testina famosa come la Shure M95ED, quindi suonava bene veramente. Tieni presente che il corpo con il suo particolare sistema a magnete indotto era stato brevettato. Ripeto che il corpo era uguale alla XLM, che ancora oggi molti ritengono di gran lunga superiore alla V15 III° originale con taglio ellittico: se dotiamo la V15 III° di uno stilo HE iperellittico o SAS microridge allora credo che il paragone non sarebbe più così sbilanciato a favore delle ADC, che comunque sono state grandi protagoniste dell’hi-fi fino alla fine degli anni ’70.
Se qualcuno mi regalasse una ADC XLM mkIII sarei molto felice.